Come sovente capita (purtroppo) a livello normativo, le indicazioni fornite, che dovrebbero assumere un carattere cogente, tendono a mantenere un carattere interpretativo (vedasi la dicitura sopra riportata “può farsi utile riferimento”). Partendo da questo presupposto, il richiamo a livello normativo dell’elemento “pavimentazioni” obbliga a ragionare, quantomeno, sulla necessità di uno studio ingegneristico per la realizzazione di una pavimentazione industriale.
A tal proposito si è espressa la Regione Toscana sottolineando che “se la pavimentazione (ipotizzata come una soletta almeno debolmente armata) abbia una specifica funzione strutturale, autonoma oppure in combinazione con altri elementi (ad esempio travi) e che la stessa sia essenziale per assicurare, localmente o globalmente, la sicurezza statica della costruzione” allora “occorrerà che la pavimentazione in calcestruzzo (elemento con funzione strutturale) sia progettata da professionista abilitato, sia oggetto di deposito presso gli organi di controllo (ex Genio Civile), sia sottoposta al controllo di un Direttore dei lavori abilitato.”
Partendo dal presupposto che quanto teorizzato a livello regionale in linea di principio non valga a livello nazionale, anche in questo caso, definire se una pavimentazione sia struttura o meno non è scontato. Tolti i casi certi in cui il pavimento venga direttamente collegato alla struttura “vera e propria” (travi, pilastri, ecc) per i quali risulta certa la necessità di un progetto, sembra rimanere dubbio, ad esempio, il caso di un pavimento al piano terra disgiunto dalla struttura.
Per Recodi, una pavimentazione industriale “standard”, su cui gravano scaffalature con altezze notevoli e carichi concentrati in aree localizzate aventi piccole dimensioni, deve essere considerata struttura e quindi sottoposta a progettazione da parte di tecnico abilitato.
Inoltre, minimizzare la necessità o meno di un progetto sulla base dei soli carichi presenti appare fortemente riduttivo per un elemento come il pavimento contraddistinto da un’importanza rilevante (seppur molte volte quest’ultima non sia del tutto compresa).
È importante sottolineare infatti come la progettazione della pavimentazione non debba fermarsi alla definizione del solo spessore e della sola armatura posta al suo interno. È necessario difatti valutare una serie di parametri che influenzano il buono od il cattivo risultato finale dell’opera (studio termico ed igrometrico della pavimentazione, tipologia e dimensione di giunti, scelta della miscela di calcestruzzo ideale sulla base delle necessità del cliente, ecc.).
Recodi, ancor prima che fosse richiesto a livello normativo, si è sempre impegnata nel fornire al cliente una realizzazione “chiavi in mano” della pavimentazione. La nostra struttura infatti contempla un apposito ufficio progettazione costituito da ingegneri ed esperti in gestione di miscele di calcestruzzo aventi esperienza di oltre cinquant’anni. L’importanza che diamo allo studio di ogni dettaglio per la definizione della migliore soluzione possibile, specifica per ciascun tipo di pavimento, è sempre stato un must al quale l’azienda non ha mai rinunciato e sulla quale l’azienda punta con forza.
Il nostro approccio rimane infatti il medesimo sia per pavimentazione da 1.000 mq sia da 500.000 mq. Cerchiamo infatti di assecondare le richieste e le necessità mostrateci dal cliente per ogni specifica attività, sviluppando un progetto che permetta di gestire tutti gli aspetti necessari al fine di ottenere un’eccellente qualità.