La sicurezza non si improvvisa
La resistenza allo scivolamento si progetta e si testa
La sicurezza e la salute negli ambienti di lavoro non si improvvisano; per questo quando si è in procinto di realizzare una nuova pavimentazione è importante capire quale sarà la sua destinazione d’uso e quali normative è necessario rispettare in tema di sicurezza.
In alcune aree di un’azienda, ad esempio zone umide o sottoposte a bagnature, oppure reparti produttivi dove si utilizzano sostanze chimiche o oleose che si riversano sulla pavimentazione, la resistenza allo scivolamento gioca un ruolo fondamentale e deve essere adeguatamente progettata e realizzata.
Nel caso di pavimentazioni esistenti è invece molto importante eseguire periodicamente delle manutenzioni per conservare inalterata la finitura antiscivolo ed evitare che questa si usuri nel tempo diventando una fonte di rischio.
Le normative di riferimento
Le principali normative in tema di resistenza allo scivolamento sono due:
- DIN 51130 (normativa tedesca) è stata la norma di riferimento dei paesi europei alla quale è subentrata la norma europea descritta di seguito. La DIN 51130 prevede l’utilizzo del Ramp Test per la classificazione antiscivolo delle superfici;
- UNI EN 13036-4 è presente all’interno della UNI EN 1504-2 e prevede l’utilizzo del Pendulum Test per la classificazione antiscivolo delle superfici in cemento e resina.
Test di scivolosità, vantaggi e limiti
Ramp Test
Il Ramp Test è indicato dalla normativa DIN 51130 come il metodo per la determinazione delle proprietà antiscivolo di superfici calpestate con piedi calzati indossando scarpe antinfortunistiche EN 345. I campioni di pavimento da esaminare vengono posizionati sul piano di un apposito macchinario e successivamente bagnati con olio; una persona opportunamente imbragata simula alcuni passi su di essi mentre il piano viene inclinato gradualmente sino a provocare lo scivolamento della persona che esegue la prova.
Il grado di inclinazione che ha causato lo scivolamento determina la classificazione “R” della pavimentazione: da R9, che indica il coefficiente d’attrito minimo e pertanto la pavimentazione è ideale per aree interne, a R13 dove il coefficiente d’attrito è molto elevato e la pavimentazione sarà pertanto adatta ad essere posata ad esempio in aree di macellazione.
Classificazione DIN 51130 |
Angolo d’inclinazione |
Prove su “piano inclinato” |
Esempi di applicazione |
R 9 |
≥ 3°; ≤ 10° |
Coefficiente d’attrito minimo |
Pavimenti interni |
R 10 |
> 10°; ≤ 19° |
Coefficiente d’attrito normale |
Toilette pubbliche |
R 11 |
> 19°; ≤ 27° |
Coefficiente d’attrito superiore alla norma |
Ingresso di negozi, scale pubbliche esterne |
R 12 |
> 27°; ≤ 35° |
Coefficiente d’attrito elevato |
Cucine professionali |
R 13 |
> 35° |
Coefficiente d’attrito molto elevato |
Macelli |
Il Ramp Test presenta il limite di non essere facilmente applicabile nel caso di superfici continue come pavimentazioni in calcestruzzo e rivestimenti in resina, la cui esecuzione avviene in opera e a mano.
Inoltre questo test produce risultati diversi a seconda dei soggetti che si prestano all’esecuzione, pertanto risulta compromessa l’effettiva ripetibilità.
Pendulum Test
Il Pendulum Test si basa sulla determinazione della perdita di attrito di una superficie. Il pattino del pendolo viene lasciato cadere da una determinata altezza sulla superficie da testare precedentemente pulita. Il pattino supererà la superficie e tornerà indietro e il valore viene restituito da una lancetta che indicherà un numero presente su una scala graduata che va da 0 a 150. Quel numero rappresenterà pertanto la resistenza allo scivolamento del campione.
Più il valore risultante è basso più significa che la superficie è scivolosa.
Il test può essere eseguito sia con il campione asciutto che bagnato.
Il valore risultante viene interpretato con le classi di prestazione presenti nella norma UNI 1504-2:
- Classe I: ambiente indoor umido: ≥40
- Classe II: ambiente indoor secco: ≥40
- Classe III: ambiente outdoor umido: ≥55
I limiti del test sono legati al fatto che non si tiene in considerazione la percezione di scivolamento da parte delle persone quando si verifica una riduzione di attrito; inoltre la velocità di caduta del pattino non simula correttamente la deambulazione delle persone e la sua ridotta dimensione non corrisponde a quella di una calzatura. Anche la presenza di sporco o detriti sulla superficie potrebbe compromettere l’antiscivolosità del pavimento, mentre durante il test il campione viene pulito.
Ecco perché è sempre necessario valutare in modo critico i risultati ottenuti dai test e scegliere la pavimentazione più adatta utilizzando prudenza e buon senso.
Recodi realizza e ripristina finiture antiscivolo sia per pavimentazioni in calcestruzzo che per rivestimenti in resina coniugando il rispetto delle normative di riferimento e le esigenze della clientela.